Quella che nella mia immaginazione di bambino era una “baracca”, si rilevò una miniera e mio padre, intelligente e serio, nel periodo del boom economico italiano trovò in essa la propria realizzazione ed il benessere per tutta la sua numerosa famiglia: cinque figli maschi con la migliore istruzione , una bella casetta, belle vacanze.
Mia madre Giovanna fu costretta a subentrare in Agenzia nel 1981, anno in cui papà mancò all’improvviso. Con Silvio, il quartogenito, formò una coppia affiatata e complementare che riuscì a superare il forte contraccolpo ed a “portare avanti” gli affari dell’Agenzia per trentacinque anni.
Giunta la mamma alla meritata pensione, l’Agenzia viene condotta da Silvio per un paio d’anni con una gestione solitaria e assai impegnativa.